Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/284


il medaglione romano 263

Essi gli affidavano bensì, per motivi finanziari, l’esercizio del diritto di batter moneta in rame, allo scopo di evitare (mediante il controllo pubblico del primo corpo politico dell’impero) che accadessero abusi nella coniazione della moneta spicciola, la quale veniva fabbricata in grandi quantità; ma quando non c’era questo pericolo, quando cioè per una data occasione si doveva coniare un numero ristretto di monete di rame, l’imperatore rientrava per naturale conseguenza nell’esercizio del proprio diritto. E questo è appunto il caso; anche gl’imperatori coniavano monete di rame, benché in quantità limitatissima e soltanto in date occasioni.

Siccome vi sono monete di rame senza S • C, di tutti i diversi valori, e siccome vi è pure una gran quantità di monete di rame identiche ad esse, ma segnate con quelle iniziali, non vi è dubbio che le prime formano parte della moneta spicciola corrente, al pari appunto delle monete senatoriali. In realtà vi era quindi, oltre la senatoriale, una “moneta imperiale di rame,” che aveva tutte le proprietà di quella, ma non veniva coniata fuorché in quantità assai ristretta.

Le rappresentazioni di questa moneta di rame senza S • C, rivelano uno stretto rapporto colle feste dell’imperatore e della sua famiglia, avvicinandosi in questa particolarità al medaglione di metallo nobile (come a quello di bronzo) ancor più che alla moneta pesante senatoriale.

Fra le monete di rame senza S • C, prevalgono i medii bronzi, e specialmente gli assi. Questa circostanza è importante sotto un duplice aspetto.

In primo luogo, essa dimostra — se fosse necessario — che la coniazione del rame imperiale non aveva lo scopo di ledere il diritto del Senato, perchè in tal caso si sarebbe emessa una molto maggior quantità di rame senza S • C, e specialmente si sarebbero coniati in molto maggior numero i sesterzii, ch’erano la sorta più comune anche fra la moneta corrente senatoriale.

Poi, v’è un’altra osservazione, che per noi è preziosa. Lo stesso fenomeno si verifica per quelle monete senatoriali di rame, che recano le rappresentazioni più antiche, della