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260 federico kenner

mento si deve considerare come un avvenimento d’importanza cittadina.

Le rappresentazioni delle monete pesanti hanno rapporto quasi sempre a liete circostanze della vita pubblica, a feste dell’imperatore e a feste cittadine; e non v’è nulla di più naturale che si cercasse di perpetuare la memoria di tali feste col coniare tali monete pesanti, e col distribuirle come oggi si fa per le medaglie ufficiali ed anche per le medaglie private.

E quest’uso era tanto più ovvio in Roma, inquantochè vi era già l’antichissimo costume di distribuire piccoli doni in danaro (strenne, sportule) pel capodanno e per altre feste, e questo costume era diffuso fra tutte le classi della cittadinanza. Anzi, appunto in vista di tale abitudine, non è inverosimile che il Senato, non solo facesse coniare monete pesanti di varie gradazioni per distribuirle ai proprii impiegati, inservienti, ecc., ma che la zecca ne cedesse anche ai privati, con un aggio sul valore; tanto più che le raffigurazioni di tali monete potevano anche servire come allusioni ad avvenimenti privati.

Si osservi poi un altro carattere locale che si manifesta chiaramente nelle rappresentazioni delle monete pesanti. Le feste, non solo cittadine ma anche imperiali (come l’arrivo e la partenza dell’imperatore, il trionfo, le nomine dei Cesari, ecc.), avevano luogo per lo più in Roma stessa; le monete pesanti si riferivano quindi ad avvenimenti che interessavano anzitutto Roma e l’Italia, ed erano perciò egregiamente adatte a servire per la costumanza popolare che abbiamo ricordata più sopra; invece, la restante moneta corrente senatoriale, per ciò che si riferisce alle sue rappresentazioni figurate, ha un carattere universale, come la moneta d’oro e d’argento dell’impero.

A conferma di quanto abbiamo detto, si noti che la gradazione infima, cioè il pezzo da 5 assi, à senza confronto più frequente in quel tempo in cui fiorisce per l’ultima volta la cultura classica ed in cui l’influenza di Roma ha raggiunto l’apice. Dopo Commodo, col principiare del sopravvento che vanno prendendo gli eserciti nelle provincie