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il medaglione romano | 251 |
esemplari | media grammi | |
Filippi | 152 | 19,2 |
Decio | 82 | 21,5 |
Treboniano Gallo | 75 | 17,8 |
Emiliano | 11 | 18,1 |
Valeriano | 57 | 19,4 |
Gallieno | 39 | 17,6 |
Dal confronto di queste medie possiamo dedurre certamente, in generale, una diminuzione, ma questa non è costante come si potrebbe credere, ed è invece accompagnata da strane oscillazioni. Si noti che quegl’imperatori durante il cui regno la media del peso dei sesterzi ci presenta un aumento, sono quegli stessi di cui si hanno monete che offrono le maggiori eccedenze di peso; al contrario, il peso medio dei sesterzii è minore sotto quegl’imperatori di cui si hanno monete che più raramente sorpassano il peso regolare. Ne consegue, che le oscillazioni delle medie da noi date sono da ascriversi ad un motivo semplicemente esterno; siccome in esse sono comprese le monete pesanti, si ottengono medie più alte per quei regni che ne emisero in maggior numero, e medie più basse per gli altri, senza che tali oscillazioni siano l’indice delle favorevoli o sfavorevoli condizioni monetarie. Il quadro adunque che ci vien offerto dalle medie di tutti i sesterzii, non corrisponde alla realtà; per poterci fare una chiara idea delle riduzioni di peso, noi dobbiamo anzitutto, prima di calcolare le medie, dividere i sesterzii pesanti da quelli leggieri.
Per poter fare questa divisione bisogna cominciare dallo stabilire i limiti di peso delle due sorta, poiché non si sarebbe nel vero se si volesse accettare senz’altro il peso normale di 27,2 grammi sino all’epoca di Severo Alessandro e quello di 22,6 grammi sino all’epoca di Decio. Abbiamo già detto che le riduzioni fissate dagli imperatori non rispondevano o non potevano mantenersi a lungo rispondenti alla realtà. D’altra parte, in vista delle irregolarità che erano inseparabili dalla coniazione antica delle monete in rame, dovremo sempre concedere un certo margine in più o in meno.