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il medaglione romano 249

o) Lo stesso; l’imperatore fra le insegne. Monete pesanti: sesterzii 28; 27,7. — Dupondio 15,2. — Monete leggiere; sesterzio 24. — Dupondio 11,2.

p) Lucilla; Venere stante. Monete pesanti: sesterzio 27,8. Dupondii od assi, 14,9; 18,6. — Monete leggiere: sesterzii 25,9; 24,4; 21,9. — Dupondii od assi, 12,4; 11.

q) Commodo, Libertas. Monete pesanti: sesterzii 26,3; 26,5. — Dupondio 13,8. — Monete leggiere: sesterzii 24,6; 22. — Dupondii 12; 10.

In questo elenco troviamo alcuni esempi sorprendenti: a) sesterzio e dupondio di grammi 30,1 e 15,8; b) di gr. 28,6 e 14; d) di 27,6 e 13,9; e) di 28,6 e 14,3, di 27 e 13,5; g) di 29,5 e 14,7; k) di 33 e 16,9; n) di 28 e 14,2; prescindendo da quei pezzi che non coincidono così esattamente, ciò che non può stupire nessun numismatico il quale si sia occupato di monete antiche di rame, poichè è noto che sono rarissimi i casi in cui i pesi di tali monete presentino fra loro un’eguaglianza assoluta.

Ora, se i sesterzii pesanti e quelli leggieri di Traiano (Fortuna) differiscono in peso fra loro di 4 a 7 grammi, o quelli di Antonino Pio (Annona) di 6,5 a 9,8 gr., quelli di Faustina seniore (Vesta) di 4,3 a 11,3, o di Marc’Aurelio (Roma) di 9 a 13, ciò non si può attribuire ad un caso, poiché per ottenere i tondini dei sesterzii pesanti occorrevano altre forme, diverse da quelle che potevano servire pei sesterzii leggieri, e poiché esistono realmente nella monetazione le metà di quei sesterzii pesanti.

È superfluo l’aggiungere che lo stesso si può dire pei dupondi ed assi, pesanti e leggieri.

Dalla tecnica monetaria adunque e dall’esistenza delle metà dei sesterzii pesanti, scaturisce la conseguenza che questi sono fabbricati così a bella posta. Anzi essi formano, coi relativi dupondii ed assi, una serie parallela a quella dei rimanenti sesterzii leggieri e loro metà; vale a dire, noi dobbiamo distinguere nella monetazione di rame dell’Impero romano due serie, una di monete pesanti ed una di