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il medaglione romano 245

Bisogna osservare che queste differenze sono da ascriversi assai più ad un’eccedenza di peso che ad un ammanco nella coniazione. Noi trascureremo anzi quest’ultimo caso, e quanto al primo ce ne occuperemo soltanto quando l’eccedenza corrisponde ad un quarto o più del peso effettivo del sesterzio a quella data epoca. Nel seguito di questo studio chiameremo “sesterzii pesanti” queste monete che presentano una notevole eccedenza di peso, per contrapposto a quelli “leggieri” che sono da considerarsi come calanti in confronto al peso ordinario.

Come si rileva dalla tabella qui sopra, la diversità dei pesi è già notevole nel primo secolo, essa aumenta nel secondo, persino durante il tanto vantato regno di Adriano e degli Antonini, e si mantiene anche nel terzo secolo, quando pure il valore del bronzo in confronto dell’argento cominciò a salire; anzi al tempo della decadenza fra Gordiano e Gallieno, è relativamente maggiore.

Questa circostanza, per quanto io sappia, non era conosciuta sinora. Per la scarsità dei dati intorno al peso non si poteva seguire l’oscillazione di questo; talchè si riteneva che non si trattasse d’altro fuorché di accidentali differenze, inerenti alla imperfezione della tecnica monetaria antica.

Ciò sarebbe vero se non si trattasse che di ammanchi non troppo considerevoli. Ma questo non è il caso; come si è visto già, e come vedremo ancor più chiaramente in seguito, le differenze provengono specialmente da forti eccedenze di peso; queste, a lungo andare, si sarebbero risolte in un danno pel tesoro. Se il peso dei sesterzii veniva continuamente ridotto, ciò si faceva appunto per non danneggiare l’erario, e non già per dare adito a numerose trasgressioni e perchè si coniasse una quantità di sesterzii di un peso fuor di relazione col rapporto che intercedeva a quel tempo fra l’argento ed il rame.

Si può anche provare che tali considerevoli eccedenze non potevano essere casuali, ma bensì ottenute espressamente.

Lo si deduce dalla stessa tecnica monetaria. Come è noto, le monete d’ogni metallo venivano coniate, ma i tondini