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un bando contro le monete trivulziane 211

di zecca1, e tale diritto non ritornò a Casa Trivulzio che col Diploma del 1654. E per abbondare aggiungeremo che nel 1645 si riordinarono le antichissime leggi Vallerane2, e nei Capitoli Criminali

  1. Dopo il 1559 la casa della Zecca di Roveredo servì per Residenza di Valle. Secondo una comunicazione del Sig. Francesco Schenardi (Vedi Boll. Storico della S. F. anno 1887, pag. 140), al principio del secolo esistevano ancora in uno dei suoi sotterranei, alcuni attrezzi di zecca, nonché varii conii.
  2. Da quanto ci comunica l’egregio amico Ing. Emilio Motta, nell’archivio di Stato di Vienna il Cod. 736, porta li «Statuta et Capitola Vallis Mesolcinae 1439».
    Sotto i Trivulzio la Valle nominava i suoi giudici e le leggi eran fatte nelle Centene convocate e presiedute dal Procuratore del Conte. Nell’Archivio Trivulziano Cod. citato, oltre varie cause discusse da 7 Giudici col Vicario di Mesocco o Roveredo pel civile, e da 28 Giudici pel Criminale, troviamo due leggi Vallerane.
    Un inedito documento dell’Archivio del Principe G. G. Trivulzio Cod. 2253. Miscel. 111, getta una viva luce sul modo con cui si amministrava la giustizia durante questo periodo.
    Esso è una pergamena latina rogata dal Notaio Giovanni del Piceno Vicario di Roveredo. Vi è detto che a istanza dello Spettabile uomo il signor Martino Otli di Spinga Commissario nella Valle per l’Illustrissimo Conte J. J. Trivultio Signore generale della Mesolcina, Val di Reno e Stofavia si radunò il tribunale criminale composto di 28 giudici e presieduto dal Vicario di Roveredo e da quello di Mesocco Jo Gaye per giudicare Alberto del Rubro accusato d’omicidio commesso sulla piazza di Grono. Esso Rubro, dice la sentenza, venne «tenore li nostri Statuti et Capitoli» condannato al bando perpetuo, e alla confisca dei beni; dei quali una metà a favore della Camera del profato sig. Conte.
    I giudici eran: 9 di Mesocco (tra i quali Martino Bovollino q.m Guglielmo notajo), 4 di Scazza; 1 di Lostallo; 1 di Sorte; 1 di Cama; 1 di Leggìa; 1 di Beffano; 6 di Calanca; 8 di Roveredo; 1 di S. Vittore.
    Nella Miscellanea III Num. IV, copia d’atto rogato da Ioannes de Maffiolo figlio di Ser Stefani di S. Vittore in data 16 Marzo 1483, nel quale è detto che il popolo convocato d’ordine del Magnifico signore Gian Iacopo Trivulzio, votò una legge contro gli adulteri e gli incestuosi.
    Nella stessa Miscellanea III Num. VII, copia dell’atto rogato da Albertus de Salvagnijs filius q.m ser Andree, l’Assemblea di Mesolcina convocata in un prato di Lostallo all’ll Giugno 1488 decreta che niuno, sia Ecclesiastico