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204 | emilio tagliabue |
Nel 1622 la Dieta dell’Impero, giudicando in contumacia contro gli abitanti delle Valli, dichiarò a favore di Gian Giacomo Teodoro Trivulzio1 lo stato di Musocco e gliene diede rinvestitura col titolo di Principe del Sacro Romano Impero e della Valle Mesolcina
2.
Investitura affatto platonica, che Ferdinando II non poteva imporre le decisioni della Dieta imperiale alle Tre Leghe, e il Trivulzio, se appoggiato dal partito cattolico e spagnolo, aveva però contro gran parte de’ Mesolcinesi e tutti i riformati Grigioni. Invano egli spedisce il Cav. N. Cattaneo a riscaldare i tiepidi partigiani3; lo stesso Giovan Antonio Giojero4, uno de’ più zelanti e turbolenti capi
- ↑ Del ramo dei Conti di Melzo, nato a Milano nel 1596, morto a Pavia il 8 Agosto 1656. — Litta, op. cit. Famiglia Trivulzio. Tav. IV.
Sposò una Grimaldi dei principi di Monaco; rimasto vedovo ottiene il cappello Cardinalizio da Urbano VIII nel 1629. Filippo IV di Spagna lo nomina viceré d’Aragona, di Sicilia e Sardegna, nel 1655 governatore e capitano generale dello Stato di Milano. Fu l’unico Milanese al quale gli Spagnoli diedero il supremo governo del Ducato.
- ↑ Argelati. Biblioth. Script. Mediolanensium. Mediol. MDCCXLV. Tomo II. Parte I, col. 1530.
Sprecher. Historia. Op. cit., pag. 866, dà il diploma di nomina ai 22 Febbraio 1622.
Litta. Op. cit. Famiglia Trivulzio, Tav. IV ed ultima. - ↑ Sprecher. Historia. Op. cit., pag. 363.
Lavizzari. Op. cit., lib. VII, pag. 247 e 261. - ↑ Giovan Antonio Giojero nel 1608 solleva la Calanca contro i ministri evangelici, l’anno dopo è nominato podestà di Morbegno, carica che fruttava 1200 fiorini (Vedi la Reformation von 1603, pubblicata nel
Libri X, Coira, 1716. — Glutz Blozheim. Die Geschichte der Schweizerischen Eidgenossen. Zurich, 1816. — L. Troug. Storia della Riforma dei Grigioni. — Bucelinus Gabriel. Rhaetia Etrusca, ecc. Augusta, 1666. — Cesare Cantù. Storia della Diocesi di Como. Milano, 1827. Lo stesso autore: Il sacro Macello di Valtellina. Firenze, 1853, ecc. ecc.
Anche Carlo Botta dà un breve ma chiaro santo di questo periodo nel libro XIX, Tomo V della sua Storia d’Italia. Capolago, 1853.