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monetazione carolingia italiana 189

tivo di non trovarsene altri di lui portanti, col suo, il nome eziandio della metropoli lombarda.

Con tutto il rispetto dovuto a sì benemeriti cultori degli studii, siaci permessa una succinta e modesta disamina.

Di conserva ad altri trattatisti, il rimpianto professore Bernardino Biondelli, nella prefazione alla succitata opera dei fratelli Gnecchi, opinerebbe che Lodovico il Pio, figlio e successore a Carlo Magno, sia stato il primo ad imprimere alle monete un carattere religioso, coll’introdurvi la duplice impronta cristiana, il tempio e l’analoga leggenda, per opporla alle parole che, quasi un grido di guerra, i Califfi conquistatori stamparono, a que’ tempi, sulle loro monete, a glorificazione di Allah e di Maometto, suo inviato1.

In relazione a siffatto avviso, il Barthélemy, appoggiandosi egli pure ad un erudito del suo paese, M. Fillon2, aveva già precedentemente portato a nostra cognizione che i più solleciti a valersi dei predetti, motto ed emblema, siano stati que’ principotti ecclesiastici, i quali, insigniti del diritto di monetazione, avrebbero trovato opportunissimo di lasciarvi un segno perenne del loro carattere precipuamente religioso3.

Senza distruggere la priorità nell’iniziativa di Lodovico il Pio, o se vuolsi quella anteriore, — giusta

  1. Biondelli Bernardino. Prefazione all’op. cit. dei fratelli Gnecchi, pag. XXIX, LXIV e LXV.
  2. Fillon M. Considérations historiques et artistiques sur les monnaies de France, p. 78.
  3. Barthélemy J. B. A. A. Nouvel Manuel complet de Numismatique du Moyen-Age et Moderne, avec planches, Paris, à la Librairie Encyclopédique de Roret, pag. 41.