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182 | francesco gnecchi |
scritti da principio, continuarono ad esserlo finora. La testa d’Augusto venne sempre descritta come laureata mentre sia sugli esemplari della mia collezione (Vedi la Tavola ai N. 19 e 20) come sui parecchi altri che potei esaminare io la trovai sempre coronata di quercia e come tale difatti la danno quasi sempre i disegni, più fedeli delle descrizioni1.
Non occupiamoci del Riccio, sempre inesatto e trascurato nelle sue tavole, in cui ci offre l’aureo della Petronia colla testa d’Augusto nuda e quello della Durmia colla testa laureata; quantunque convenga aggiungere che almeno il Riccio è correlativo nella descrizione. E per venire solo agli autori più recenti e più autorevoli, il Cohen dà il disegno in un modo e la descrizione in un altro; così ripete il Babelon, e la medesima anomalia si ripete nei diversi Cataloghi illustrati da tavole dal vero, come per esempio in quelli d’Amécourt e di Quelen. La testa d’Augusto in questi aurei vi appare costantemente coronata di quercia mentre le descrizioni, ricalcate su quelle dei citati autori, si ostinano a replicarvi la corona d’alloro. Tale costante contraddizione e il non aver mai veduto un solo esemplare di questi aurei quali vengono descritti, induce la persuasione che non esistano che quelli portanti la corona di quercia. Tale è la mia opinione fino a prova contraria e credo quindi che si debbano definitivamente correggere detti aurei
- ↑ Questo medesimo equivoco delle descrizioni non concordanti coi disegni s’è verificato anche per altre monete, ed ebbi occasione di avvertirlo nel 1886, pubblicando fra altre monete inedite i denari d’Angusto col rovescio del Sidus Iulium. Questi denari nelle parecchie loro varianti, offrono sempre la testa d’Augusto coronata di quercia e tali sono i disegni di Cohen e di Babelon, ma le descrizioni non vi concordano, e la danno per laureata.