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il medaglione romano 97


Dall’analogia nelle gradazioni di peso, si deduce una circostanza importante, cioè che evidentemente vi è una relazione fra i medaglioni colle Dee Monete coniati sulla base dell’antoniniano e quelli coniati sulla base del denaro.

I pezzi più antichi da sei denari ed i più recenti da quattro antoniniani hanno un peso eguale di 20,4 grammi. Così pure i più antichi medaglioni delle Monete da nove e quelli più recenti da sei hanno l’egual peso di 30,6 grammi. Quelli più antichi da dodici, del peso normale di 40,8 grammi, corrispondono a quelli da otto più recenti. Non vi è dubbio, insomma, che colla formazione di questi multipli si vollero conservare nella nuova specie i pesi dei medaglioni anteriori, coniati sulla base del denaro. Invece dei multipli da 6, da 9, da 12 denari, se ne coniarono da 4 antoniniani, da 6, da 8.

Questa relazione fra le due specie del medaglione d’argento colle Dee Monete, forma uno dei suoi caratteri più importanti.

Non meno importante è poi la sua stretta relazione colla moneta corrente d’argento del III secolo.

Il medaglione colle Dee Monete, sotto la tetrarchia di Diocleziano non si distingue menomamente dai medaglioni della stessa sorta che lo avevano preceduto. Le sue gradazioni di peso corrispondono a quelle analoghe dell’epoca dell’antoniniano.

Ora, fra il 296 ed il 300, Diocleziano aveva riordinato la moneta di rame sbiancato, creando per essa una nuova unità monetaria, il follis da 10 grammi: e le gradazioni di peso dei medaglioni colle Dee Monete non si accordano in nessun modo con questa nuova unità; come pure, su tali medaglioni, non si veggono segni di zecca, mentre si veggono sul follis; infine, dopo l’introduzione di questo, ricompare sulle monete correnti di bronzo la raffigurazione, da lungo tempo disusata, della Moneta, colla nuova leggenda: sacra moneta avgg . et caess . nn. Se ne può conchiudere con tutta sicurezza, che la coniazione dei medaglioni colle Dee Monete era cessata prima dell’introduzione del follis. E infatti, dopo l’anno 300, non se ne trova che qualcuno, e, senza eccezione, di rame.