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il medaglione romano | 91 |
calla sembra avere introdotto, oltre il doppio denaro in argento, (antoninianus) anche il doppio aureo, (binio). Entrambi sono caratterizzati dalla corona radiata, pel busto dell’imperatore, e dalla mezzaluna sotto il busto dell’imperatrice.
Nei tempi successivi si continuò a coniare il doppio aureo, come lo dimostra il solo medaglione d’oro che si abbia di Eliogabalo. Se ne conoscono di Severo Alessandro, di Gordiano III, di Filippo e di Traiano Decio.
Sotto Treboniano Gallo e Volusiano viene introdotta una modificazione; la corona radiata non serve più ad indicare il doppio dell’aureo, ma bensì i multipli della sua metà, e più tardi del suo terzo.
Un triplo del mezzo aureo, di Emiliano, si conserva, nel Gabinetto di Vienna.
Di Gallieno si hanno monete d’oro colla corona, radiata, corrispondenti ad un triens d’oro, o terzo di aureo, a due terzi di aureo, a un triplice triente ossia ad un aureo (busto di Gallieno con corona radiata e busto di Severina colla mezzaluna).
Sotto Aureliano e Probo compare il triente quadruplo.
Coll’introduzione del nuovo significato, cioè di indicare il doppio del mezzo aureo, poi il triente e i suoi multipli, la corona radiata doveva naturalmente perdere la sua caratteristica ch’era di segnare il binio ossia il doppio dell’aureo. Perciò, da Gallieno in poi, ricompare sul binio la corona d’alloro.
Il quaternio o quadruplo dell’aureo, compare nella seconda metà del secolo III. Il primo è di Filippo. Se ne hanno poi di Gallieno, di Postumio, di Massimiano Ercole e di Costantino Cloro.
Il quinio o quintuplo dell’aureo, si ha, p. es., nel medaglione di Caro e Carino, di 33 mm. di diametro e gr. 27,480 di peso, ciò che corrisponde per l’appunto al quintuplo dell’aureo dei regni di Caro, Carino e Numeriano. Anche un altro medaglione d’oro di Carino solo, dev’essere un quinio.
Il senio, sestuplo dell’aureo, si ha di Gallieno, di Massimiano Ercole e di Galerio.