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72 | g. mulazzani - studii economici sulle monete di milano |
Nè malagevole adunque, nè tanto meno insolubile è il tema da me proposto; tre scienze vi prestano certo sussidio, la Chimica coi suoi non fallibili processi, la Storia coi documenti, l’Aritmetica colle cifre incontrastabili.
Infranto ad ogni modo sarebbe, seppure esiste, l’intricato nodo per le generazioni almeno, che hanno da venire, e Temi, quell’augusta Dea, cui miriamo costanti in questa nostra opera, trionferebbe in tutti li casi, e di tutte le difficoltà ed imperfezioni del vigente sistema, che per desiderio di brevità ho tralasciate, se la duplicità dei nobili metalli cessasse e rimanesse un solo, quello dell’argento, come che suscettibile di maggior divisioni di parti, e quindi di valori per comodo della contrattazione.
Voto egli è questo, che faccio, e che appendo sulla tomba del ministro delle finanze del cessato Regno d’Italia il quale colla sua doppia d’oro della Repubblica italiana altrove accennata ne concepì fra noi il pensiero sublime nel 1804, onde dar pace a quell’ombra onorata e troppo a ragione di noi sdegnosa.
E sia questo altresì il suggello, che appongo alle attuali economiche monetarie prolusioni, che mi hanno occupato con amore a motivo della grande utilità, anzi dicasi necessità di questi d’altronde ameni studii, a torto sì poco coltivati, e che puro si collegano con bisogni tanto eminenti della civile Società, com’è il giro del denaro, e con una scienza nobilissima, la Giurisprudenza che fu definita dagli antichi sapienti di Roma Divinarum atque humanarum rerum notitia, jusi atque injusti scientia (Institut., lib. 1, tit. 1, pag. 1 de Justitia et jure).
Conte Giovanni Mulazzani.