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66 | giovanni mulazzani |
nistro delle finanze Prina nel 1804, che l’oro demonetizzato aveva, nei progetti monetarii della Repubblica italiana, non vi sarebbe bisogno di prolungare più oltre la discussione presente. Ma la duplicità di cui fanno uso le nazioni involge in astruse ricerche scientifiche dalle quali emergere vedremo che la stessa quantità metallica cangia, e cangiar può realmente di valore sia in più od in meno da un dato tempo all’altro, e tostamente mi accingo a dimostrarlo.
Inconcusso principio fra gli economisti è che il valore dei metalli sta nel pregio che gli uomini che ne sono li possessori, danno all’uno in confronto dell’altro, locchè chiamasi proporzione. Ma poiché queste proporzioni sono soggette a variare grandemente per più cagioni, che furono altrove enumerate, così quegli s’ingannerebbe di lunga mano il quale credesse, che la Lira dei Carlovingi marcata di sopra corrisponda dopo mille anni al valore di teresiane L. 117,12,3. Durante la dominazione di quei monarchi la proporzione ossia il prezzo dell’argento all’oro era come di 1: 12 che è quanto dire che una libra d’oro si per
è dovuta ad un altro italiano, Luigi de Medici ministro delle finanze del regno di Napoli; che nel 1818 colla mira (cosi leggesi in una sua ordinanza, 8 maggio di quell’anno, di corregge l’errore della proporzione costante fra l’oro e l’argento e ponendo per massima che la moneta sta la misura dei prezzi e d’ogni maniera di contrattazione, statuir fece dal suo re, che un sol metallo esser possa materia di moneta, e l’argento fu scelto di preferenza. Plauso ed onore adunque sia al forte economista napoletano che degno sarebhe stato di sedere per l’utilità di cento popoli, piucchè del Sire dell’estrema parte d’Italia, nei consigli dell’arbitro d’Europa, Napoleone.
In Inghiltera all’incontro domina l’oro per tipo legale con la lira sterlina pari a 25 di Francia decimali. Ma l’argento maggiormente divisibile è da preferirsi per la comodità delle contrattazioni, e perchè si presta, moltiplicati quanto si vuole i valori, all’uso delle ricche o meno ricche, delle grandi e delle piccole nazioni tutte del globo.