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i medaglisti del rinascimento alla corte di mantova | 33 |
lato un lodrio, dei balasci e un fermaglio1. Il lodrio non piacque molto al vescovo che lo mandò a Bozzolo al fratello Gian Francesco, perchè lo esaminasse e lo stimasse2; ma non sappiamo se in seguito lo abbia comperato.
Terminata questa bisogna, Ermes si mise di nuovo ad attendere alla fabbrica della cappella, che progrediva poco; i tagliapietre accordati indugiavano a venire, e il vescovo gli scriveva:
“Vui attendereti ad sollicitare quelli altri taiapredi che vengano ad lavorare como più presto„3.
Ma più che gli uomini, mancava il denaro, sicchè il vescovo fu costretto ad assegnare alla fabbrica le rendite dei due porti sul Po, del Correggio e di Villa Saviola, facendole pagare direttamente in mano ad Ermes4; e continuava ad instare presso di lui perchè gli operai lavorassero alla svelta5. Una nuova
- ↑ Arch. sudd. Cart. sudd. — Petro Albano. Spectabìlis, etc.: Remandovi Hermes mio per ultimare la pratica de quel lodrio; se da Dominico de Zorzi se potranno havere quelli balassi ne serò molto ben contento, cusì che non vi prego securamente vogliati fare el tucto, nè altrimenti spero in vui per farmi havere uno qualche bello fermalio, di quel precio, bontà et sorte ve dirà el predicto Hermes, ad cui credereti como a me proprio et ad li beneplaciti vostri me offero sempre. Benevalete. Datum Quingentulibus, xxiij ianuarii 1490.
- ↑ Arch. sudd. Cart. sudd. — Lettera ad Ermes, da Quingentole, 22 febbraio 1490.
- ↑ Arch. sudd. Cart. sudd. — Lettera ad Ermes, da Quingentole, 18 febbraio 1490.
- ↑ Arch. sudd. Cart. sudd. — Lettere a Francesco Gabbioneta, da Quingentole, 26 maggio 1491 e 5 giugno 1491.
- ↑ I copialettere di Lodovico Gonzaga fanno menzione di un maestro Bertholameo e di un maestro Bernardino, ambidue tagliapietre: il primo entrò al servizio del vescovo nel 1489, l’altro nel 1491 e oltre ai lavori della cappella, fecero anche in quest’ultimo anno cinque para de lionzelli per cinque camini.