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Gli amatori dunque, ove capitasse loro nelle mani qualche esemplare di questo sesino e fossero ancora titubanti sulla sua genuinità, mettano a confronto questa moneta cogli anibrosini della stessa Repubblica, che sono comunissimi e ohe tutti possiedono. Dopo tale esame si persuaderanno, senza il bisogno di altri argomenti, che il sesino in discorso è assolutamente falso.

E. G.


Ritrovamento d’un ripostiglio. — A Ballabio sopra Lecco, nel riparare il pavimento di una stalla, vennero alla luce, non ha guari, parecchie monete della seconda metà del XVI e del decorso del XVII secolo. Sono sei pezzi d’oro e venti d’argento.

In oro: due zecchini veneti, uno di Marino Grimani, uno di Pasquale Cicogna; una doppia di Firenze di Ferdinando II Medici; tre doppie di Spagna, una di Filippo II (Heiss, — Monete Ispano-Cristiane, a Filippo II, n. 2); le altre due tosate e guaste ed illeggibili.

In argento: diciasette ducatoni milanesi dei quali due di Filippo II descritti nelle Monete di Milano dei fratelli Gnecchi ai N. 32 e 33 di quel regnante; otto sul tipo del N. 17 di Filippo III con varietà insignificanti, sette come il N. 31 di Filippo IV con diverse varianti anch’esse di poca importanza: uno scudo veneto della croce di Antonio Priuli ed uno di Giovanni Cornare; un ducatene spagnuolo assai sconservato.

Dei titolari di queste monete, due soli varcarono il 1630, Filippo IV di Spagna † 1666, e Ferdinando II di Toscana † 1670. Degli altri, l’ultimo deceduto ed anche l’ultimo in ordine di data assunto al regno è Giovanni Cornaro doge di Venezia (1626-30).

Il nascondimento non potè dunque aver luogo prima del 1626. Non potei leggere la data in tutti i ducatoni di Filippo IV, ma non ne riscontrai di più moderna del 1622: la figura del re è in tutti in età giovanile. La doppia di Ferdinando II potrebbe essere stata coniata prima e dopo il 1630: per il che, visto che tutti gli altri pezzi sono ante-