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492 | cronaca |
occupa dei modi di fabbricazione, delle attribuzioni e dell’ufficio dei Massari che impressero le loro sigle sulla maggior parte di esse. Considerando che le Oselle ebbero corso come vere e proprie monete, riporta esatte e particolareggiate notizie del valore che fu loro attribuito nelle pubbliche tariffe durante i tre secoli della loro esistenza, e non dimentica quelle battute in oro, o di doppio peso, né la medaglia coll’iscrizione redentor mvndi regina celi, né le Oselle coniate per la comunità di Murano.
Il nostro autore si occupa poscia della Osella come medaglia e ne fa risaltare il valore storico, mentre trova scarso quello artistico; tratta, partitamente e con conoscenza della materia, sull’immagine del Doge, dell’Evangelista, del leone alato, che sono raffigurati nel diritto delle Oselle, sebbene non si possa convenire completamente in tutte le sue opinioni su tale complicato argomento.
Nella seconda parte si trova la esatta descrizione delle Oselle in ordine cronologico, con tutte le varietà e la rarità di ognuna. Ogni Doge ha una breve biografia, il disegno e la descrizione delle armi e tutte quelle notizie che possono interessare un diligente raccoglitore.
Infatti il lavoro è ottimo, con una buona distribuzione nelle diverse parti ed esaurisce pienamente il desiderio di coloro che vogliono studiare o raccogliere questi interessanti pezzi, che non sono ne vere medaglie, né vere monete, ma partecipano dell’una e dell’altra natura; e più fortunate delle altre monete veneziane, ebbero da prima la illustrazione più succinta ma pur buona del Conte Manin, poi questa più razionale e più completa, sebbene non esente da qualche menda di dettaglio assai naturale in uno straniero, il quale non ha potuto studiare e conoscere sul sito le tradizioni e l’essenza caratteristica della storia e del costume veneziano, che hanno una fisonomia ed un’impronta speciali.
N. P.