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annotazioni numismatiche genovesi 463

per la descrizione, la quale sebbene mancante di qualche particolare si leggeva nel Desimoni1. Come nei ducati dello Sforza, anche in questo riscontriamo le varianti dalle precedenti monete, consistenti nell’aver adottato le lettere moderne, e ripristinato la terminazione regolare del nome del re in S anziché in X, come si era usato dal Doge XXI fino al Cardinale. Le iniziali del titolare poste ai lati del castello non sono una novità, perchè già usate dal Doge XIX, dal F. M. Visconti, dal D. XXT, dal L. C. D. XXVII, e dal D. XXVIII sui grossi, e da qualcuno di questi Dogi anche sopra altre monete; le stesse furono poi usate ancora dall’Antoniotto II Adorno sull’argento e sull’oro. Una vera innovazione sta invece nell’aver coronato le due iniziali. Non trovo in altre monete le lettere di questi zecchieri A. S. I due punti posti a separare le prime tre lettere del nome del re dalle seguenti, non costituiscono un fatto isolato, perchè si vedono pure in qualche moneta del Cardinale D. XXXI2.

I minuti dell’Adorno che ho da qualche tempo nella mia piccola collezione, son tutti varianti di conio o di zecchieri. Non so se ne esistano altri, ma poiché l’invito che io facevo ai collettori nella Gazzetta Numismatica3 di far conoscere i loro minuti inediti, per completare la serie che io ne presentava rimase senza risultato, devo credere che per ora siano i soli.

Questi minuti sono eguali nel dritto, come vedesi, a quelli del Cardinale, ed anche nel peso eguagliano

  1. Sui più antichi Scudi d’Argento genovesi, VIII. Giornale ligustico Anno IV.
  2. Vedi il mezzo ducato edito dal Promis, T. II. N. 24, Dell’origine della Zecca di Genova, etc. Torino, 1871.
  3. Anno V. (1885), Annotazione X.