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annotazioni numismatiche genovesi 459

hanno denari d’antico tipo ma scaduti di peso e titolo al punto, da rappresentare un valore tale da combinare col grosso di quell’anno, ed altri con valori che li avvicinano maggiormente al Dogato.

Rimane tuttavia la differenza troppo forte nel fino del minuto nostro, che non ci lascia troppo tranquilli sulla nostra ipotesi. In ragione della lira del 1339, fatte le debite diminuzioni, il minuto dovrebbe venire a circa 0,13 di fino, mentre si limita nel nostro a soli 0,0975, dunque la deficienza deve stare nel peso.

Sappiamo per pratica che i pesi effettivi di simili monetine son sempre molto differenti tra i vari esemplari, non corrispondono mai al peso legale, e talvolta ne differiscono di quantità maggiori di quella che possa spiegarsi colla perdita nella circolazione. Si deve credere che non sempre si controllassero in Zecca i pesi d’ogni singola monetina, limitandosi a verificare il taglio per l’unità di peso portato dall’ordine di battitura. In conseguenza il nostro minuto, quantunque di tale conservazione da ritenere ancora l’imbiancatura esterna originale, può benissimo esser inferiore di molto al peso legale. Ritenendo questo fatto, e tenuto calcolo della diminuzione di valore per le monete basse, le quali dovevano sopportare la massima parte delle spese e delle perdite, non credo di allontanarmi troppo dal verosimile, fissando a circa 0,90 il peso minimo che competerebbe al presente denarino, il quale verrebbe allora a 0,135 di fino. Questo farebbe pensare che i primi denarini di tipo nuovo, coniati forse qualche anno prima, potessero avere il peso legale di 1,099, rappresentando, salvo il titolo, una vera restituzione in peso del denaro antico.

La stessa mancanza nel peso delle monetine di bassa lega si verifica e meglio nelle frazioni minori quali sono i quartari. Il titolo di questi quartari, grif-