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448 umberto rossi


“Magistro Zohan Marco. — Havemo receuto li tondi per lo notare de li quali vi mandiamo uno ducato et non contentandovi, ne avisareti ciò che vorrestive: remandandovi etiam lo arzente, qual tenereti vui perchè vorremo mandarvene de l’altro aciò ne faciati vui de vostra fantasia li altri 4 pianeti o segni in simili tondi a vostro modo. -— Quingentulis, 21 mail 1499”1.

Subito dopo Gian Marco fu di nuovo occupato per la zecca di Mantova, e il marchese che voleva vedere in persona come procedeva il lavoro degli artisti, gli fece ingiungere di recarsi a Mantova in persona con tutti i ferri necessarii, scrivendone così al podestà di Viadana:

“M. Pandulpho. — Subito ala recevuta de la presente fareti intendere ad Zuanne Marco Cavallo che se ne vengbi ad Mantua cum tutti li soi in strumenti apti ad incavare stampe da monete ordinandoli che si consigni ad M. Antimacho, nostro secretarlo, il quale in nostro

  1. Arch. sudd. Cart. sudd. — Il vescovo Lodovico era appassionato assai per l’astrologia e ne’ suoi registri si trovano parecchie lettere su questo argomento dirette al noto Giovanni Sabadino degli Arienti, e agli astrologi Marco Scribanario e Pier Antonio Ilari. Credo probabile che i segni celesti fatti eseguire al Cavalli su piatti d’argento dovessero avere qualche significato astrologico, tanto più che tre anni dopo il vescovo commetteva al pittore Gian Alvise de’ Medici che gli disegnasse altri segni di costellazioni e ne scriveva così al suo cappellano, don Alberto Vassalli:
    “Mandiamovi la inclusa lista de signi celesti, quali ce fareti fare, comò facesti anche quelli da mo’ un anno: ma differentiati da quelli da mo’ un anno e similiter octo animali e figure che non fusseron facte da mo’un anno. — Gazoli svi ianuarii 1502.”
    Non essendo poi il pittore stato sollecito a compire il lavoro, il vescovo replicava, scrivendo al suo spenditore Battistino Conti: “Ritroverai Zo. Aluisio e vedrai che signi lui ha fomiti e mandali per el nostro mullatiero e instalo a fornir el resto corno più presto. — Gazoli, xxvij ianuarii 1502.”