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ricerca del fiorino d’oro di giangaleazzo visconti 429

dine, soppresso il titolo favorito e messo il cognome Vicecomes. Io mi darei la seguente spiegazione.

Giangaleazzo riconosceva due alti Signori: l’imperatore pe’ suoi stati d’Italia: il re di Francia per la Contea di Vertus. In quelli ebbe facoltà di coniar moneta, come ne vediamo parecchie, in questa verosimilmente no. Difatti monete del nostro Visconti di tipo francese non se ne conoscono.

È noto come nel secolo XIV avessero corso in tutta Europa e nel Levante i fiorini d’oro di tutte le zecche, quindi anche i milanesi. La moneta d’argento invece era speciale a ciascuno stato, servendosene il commercio interno soltanto.

Ora se il Conte di Vertus avesse ostentato nel fiorino il suo titolo, che è pure professione di vassallaggio al re di Francia, avrebbe recato grave offesa alla reale prerogativa di battere moneta in quelle terre appunto nelle quali e per le quali il re solo poteva tal diritto esercitare.

E questa sarebbe stata sconvenienza e contraddizione gravissima, a qualunque zecca i suoi fiorini potessero appartenere, ed in qualunque paese aver corso, peggio poi in Francia. Chi non vede quindi con quanto scrupolo il Visconti dovesse astenersi da tutto ciò che potesse essere meno che conforme ai doveri impostigli dalla condizione di vassallo e di parente?

Ma la semplice corona significando: e re e persona di reale famiglia, eragli concessa, almeno in via di tolleranza, e il decorarsene avrebbe potuto anche dimostrare in Giangaleazzo l’alto conto da lui dato all’affinità coi Valois e per questo non tornar loro sgradito.

Quanto alla moneta d’argento, le cose potevano