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ricerca del fiorino d’oro di giangaleazzo visconti 413

neppure ignorano le persone colte e gentili che mi fanno l’onore di leggere questa memoria.

Che Bernabò e Galeazzo Visconti avessero, ciascuno, dominio separato e rispettivamente indipendente, con Milano capitale e signoria comune; che le stesse relazioni vigenti fra i due fratelli vivente Galeazzo, sian continuate dopo la costui morte fra Bernabò e Giangaleazzo, è cosa storicamente provata1. Sarebbe anzi interessante diffondersi su questo fatto singolare di due stati distinti aventi capitale comune2, fatto che, studiato colle vicende consegnate nella storia, nelle monete e nei documenti contemporanei, suscita il dubbio semmai un patto federale non vigesse fra i due Visconti, dubbio che in me inclina a certezza. L’argomento qui propostomi mi vieta il trattare ora di ciò. Lo farò, a Dio piacendo, un’altra volta.

Tuttavia dal contesto di quanto qui andrò esponendo, risulterà spero, chiaramente, che malgrado l’equivoco dei nomi non è possibile confondere le monete dei due Galeazzi.

Il vero nome del Conte di Vertus è infatti Galeaz. Nelle monete (tranne due rarissime eccezioni che descriverò più avanti) è usato sempre solo: nei diplomi più frequentemente solo che non coll’aggiunta di Johannes3.

  1. Giulini, Memorie di Milano.
    Osio, Documenti diplomatici a Bernabò e Galeazzo, e Bernabò e Giangaleazzo Visconti.
  2. Milano fu capitale comune di Bernabò e Galeazzo anche dopo che questi ebbe trasferita la sua residenza a Pavia. Cosi fu pure con Giangaleazzo, il quale però, vivente Bernabò veniva raramente a Milano. Vedi Giulini e i documenti diplomatici dell’Osio.
  3. Nei diplomi, Giangaleazzo associato a Bernabò e solo, come Signore intesta o sottoscrive:
    I. “Galeaz Vicecomes comes Virtutum Mediolani, etc. imperialis viucarius generalis.”