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Desimoni Cornelio. — Le prime monete d’argento della zecca di Genova ed il loro valore (1139-1493). Genova, Tip. E. Istituto Sordo-muti, 1888.
Questo pregevole studio economico ha per punto di partenza la illustrazione che del ripostiglio di S. Martino Siccomario, su quel di Pavia, ci diede l’egregio numismatico Cav. Camillo Brambilla, nel cessato Bullettino di Numismatica e Sfragistica di Camerino.
Il nascondimento di quel tesoro risalirebbe, secondo l’opinione del nummografo pavese, agli anni fra il 1220 e il 1230; varie erano le monete di Genova che si trovavano frammiste alle altre nel ripostiglio, ma il pezzo che destò di gran lunga maggior interesse nel ch. Sig. Desimoni fu un grosso di buon argento e di bellissima conservazione, da attribuirsi appunto al periodo sovrindicato.
Tale grosso presenta questa particolarità, di avere un peso maggiore di quello dei grossi anteriori (grammi 1,70, invece di gr. 1,40), mentre il peso dei danari o piccoli va per l’opposto diminuendo col tempo. Dalla detta circostanza, il Cav. Brambilla arguisce che a quel tempo il grosso abbia cessato di valere 4 piccoli ossia un terzo di soldo, per salire a valerne 6, ossia la metà di un soldo genovino contemporaneo. Il Dott. Desimoni approva pienamente l’induzione del Cav. Brambilla, e la suffraga con diligenti ricerche, documentate con quella scienza storica ed economica ch’è propria dell’erudito scrittore genovese.
A complemento di tali considerazioni, l’autore si estende ad esaminare anche il valore dei grossi successivi fino al cadere del secolo XV; questo séguito della Memoria è un commento alle Tavole de’ valori delle monete genovesi, che il Desimoni pubblicò nel 1875 in appendice al Belgrano, Vita privata de’ Genovesi.
Da ultimo, il Dott. Desimoni discorre anche dei danari o minuti, la serie dei quali venne riassunta e ordinatamente presentata dal Maggiore Ruggero nella Gazzetta Numismatica di Como.
Compendio del Catàlogo de la Coleccion de monedas y medallas de D. Manuel Vidal Quadras y Ramón de Barcelona. Ivi, J. Jepús y Roviralta, 1888.
Non è veramente che un compendio di catalogo, come lo dice il titolo, e quindi non possiamo formarci che un concetto sommario di