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372 | cronaca |
altra moneta di Parma, (31)1, scoperta anche questa nel ripostiglio di Sarzana, la cui attribuzione non ammette dubbio, portando essa tutto intero il nome parma, il che non può dirsi senza esitanza delle altre uscite dal medesimo ripostiglio, che il ch. Autore dedica a Mantova, Treviso e Venezia, poiché nella prima di esse le sigle C. E. che trovatisi collocate a sinistra ed a destra dell’R, (n. 132)2, non tutti le vorranno interpretate per cenomani, come crede il sig. Cerexhe, per quindi attribuire, com’egli fa, questo denaro a Mantova; e le altre due, presentando nel campo a destra dell’F le sigle T, (133)3, e V, (134)4, potrebbonsi con pari ragioni attribuire, la prima a Treviso, od a Torino, e la seconda a Verona, a Vercelli, od a Venezia.
Nella seconda serie, cioè tra le monete col monogramma, delle italiane l’Autore ne descrive una di Lucca, (176)5; una di Milano, (186)6; una di Pavia, (191)7; e due di Treviso, (208 e 209). Dei tipi speciali d’Italia, ad imitazione de’ Longobardi, cita due tremissi di Lucca, (230 e 231)8; un soldo, un mezzo soldo d’oro, e tre denari d’argento per Benevento, con accoppiato a quello di Carlomagno il nome del duca Grimoaldo, (dal n. 232 al 236)9; e la moneta nel cui monogramma, ove Domenico Promis credette leggere il nome di Ravenna, l’Autore invece vi legge quello di Boma; questa moneta reca nel suo diritto il titolo assunto o conferito al grande Monarca di rex fr. et lang. ac pat. rom.
Finalmente nella terza serie, cioè tra le monete col busto e col titolo d’imperatore, il ch. Autore ne assegna a Firenze