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il ripostiglio di lurate abbate 19

un’altra varietà della stessa moneta, e coll’aiuto di essa potè completare la leggenda. Questa sarebbe, pel primo esemplare: HEN 7 CVRT, per il secondo: HER: E 3 CVR.1

Invece, pei tre esemplari del nostro ripostiglio, sull’uno, è vero, si leggerebbe pure: HER: E 3 CVR., ma sull’altro si legge: HER. 7 CVNR.., e sul terzo, infine, distintissimamente: HENR. 7 CVNR..

(Tav. II, N. 1).

Ora, Domenico Promis, basandosi sul CVRT della sua prima moneta, attribuisce con acuta ed erudita indagine genealogica i suoi due matapani ad un Enrico marchese di Novello in unione ai Cortemigliesi, interpretando la leggenda cosi: «Henricus et Curtismiliæ marchio o forse marchiones»2, e li assegna alla zecca di Cortemiglia.

Ma questa interpretazione, se è ammissibile pel nostro primo matapane con: HER:E3 CVR., non lo può essere per gli altri due, che hanno chiaramente: CVNR.., dove il nesso NR esclude la lettura: Curtismiliæ.

Per questi due esemplari, noi proporremmo invece addirittura l’interpretazione: Henricus et Cunradus che è ovvia affatto per l’ultimo matapane con HENR. 7 C∇NR ; e crederemmo di poterli assegnare alla già mentovata zecca marchionale di Ponzone, sotto la signoria di un Enrico e di un Corrado. Infatti, nell’opera del Litta, alla Tav. III degli Aleramidi, troviamo ricordati appunto fra i Marchesi di Ponzone i due cugini Enrico (Enrichetto) e Corrado (Cor-




  1. Promis D., 1. c., Tav. IV, N. 49, e Tav. V, N. 50.
  2. Poichè, tanto negli esemplari pubblicati dal Promis quanto in quelli del nostro ripostiglio, lungo Pasta del vessillo si trovano disposte verticalmente le lettere MCH, come sui matapani di altri marchesi.