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356 nicolò papadopoli


Diminuiti gli introiti della Zecca per la scarsezza dei metalli e delle coniazioni, il Consiglio dei Dieci delibera, nel 14 marzo 15061 che siano diminuite le paghe pegli officiali della Zecca a cui deve incombere minor lavoro, ed ordina che ai maestri principali delle stampe, Vettor De Antonio ed Alessandro Leopardi, esso sia ridotto da 100 ad 80 ducati annui; a maestro Piero Benintendi terzo maestro delle stampe, da 80 a 60 ducati. Pochi anni dopo, 29 ottobre 15102, nuova riduzione dei salarli, da 80 a 40 ducati annui ad Alessandro Leopardi, che fa le stampe delle monete di rame, e da 80 a 60 a Vettore, che questa volta è chiamato col suo cognome Gambello.

Il 20 giugno 1515 i fratelli Ruggiero e Boiamonte di Gambelli, del fu Antonio da San Zaccaria, a nome del loro fratello Vettore, già maestro delle stampe in Zecca, chieggono al Consiglio dei Dieci un provvedimento per lui, al quale il salano da ducati 100 fu diminuito ad 80, poi a 60, e non gli fu pagato, sicché rimase creditore di 140 ducati; e venduto ogni suo mobile per la necessità del vivere, li è stà forza andarsene in altre terre per circhar et trovar il modo de poter alimentar la sua povera fameia; ma desiderando che potesse ripatriare e viver con loro, ecc. il Consiglio dei Dieci propose allora gli si assegnassero 70 ducati all’anno, ma la parte non fu presa3. Addì 30 dicembre 15174, ricordandosi

  1. Senato, Misti, registro 31, carte 5 tergo. — Capitolare delle Brocche, carte 80 tergo.
  2. Id., Misti, registro 83, carte 85 tergo. — Capitolare delle Brocche, carte 83 tergo.
  3. Consiglio dei Dieci, Misti, busta 35.
  4. Id., Misti, reg. 41, carte 151 tergo.