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352 | nicolò papadopoli |
moneta, riguardo al quale troviamo una deliberazione del Maggior Consiglio nel 7 maggio 13081, che gli accorda un’anticipazione di due anni di stipendio. Forse a questo artefice si deve il primo conio del Ducato, disegnato con molta eleganza e finezza ed inspirato al gusto italiano del primo rinascimento dell’arte, talché, si il nome dell’incisore come il genere del suo lavoro, mi farebbero nascere il sospetto che fosse di origine fiorentino.
Altra breve notizia troviamo, il 21 dic. 13912, in un decreto del Maggior Consiglio, che aumenta lo stipendio ad Antonio Dalle Forbici, il quale da sedici anni lavorava a fare i ferri per fabbricar la moneta.
Dopo questi incisori, che non lasciarono traccia dì sé, abbiamo la celebre famiglia dei Sesto, valentissimi orefici, che per quasi un secolo occuparono i diversi posti di incisori della zecca di Venezia, in un’epoca in cui attivissimo era il lavoro di questa officina. In un decreto del 14113, in cui si diminuiscono tutti gli stipendi in causa della guerra che si combatteva contro Sigismondo imperatore, Bernardo Sesto viene indicato quale intagllatore dei coni dell’oro, e, per conseguenza, nel primo posto della zecca, dove probabilmente lavorava da lungo tempo, giacché i suoi figli Lorenzo e Marco erano incisori ai conii dell’argento sino dall’ultimo marzo 13944, posto nel quale si trovano ancora nello stesso documento suaccennato del 1411. Forse egli successe in quell’officio ad Antonio Dallo Forbici, col quale