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francesco marchi e le medaglie di margherita d’austria | 341 |
ad una medaglia del duca d’Alba e all’orefice fiorentino che ne fabbricava i conii; è diretta al segretario ducale Giambattista Pico1.
“L’Altezza di Madama è sanata e sta ben dio gratia, ma penso bene che sia carica di fastidij, e in tra l’altre se ne dà a noi, perchè la vedemo tanto deliberata di volere tornare quest’inverno in Italia e fa mettere ogni cosa all’ordine, come se domani havessimo a partire; S. Alt. sta allegra e non parla di cosa ninna se non di tornar in Italia, ma noi che havemo delli debiti da pagare non ci piace troppo, se già non fosseno pagati. Poi havemo delli muleti più d’una docena da condurre, e tutti piccoli, delli quali havemo paura del freddo che non ce gli amazza, io per me lassaria prima uno braccio che Cleopatra2, hora havemo delli affanni assai, et pensare che S. Altz. così determinatamente si mette all’ordine, et più dice, se il Ee non vuole, che lei in tutti i modi vuole partire; qui non si spetta se non la venuta del Macchiavelli3. Noi altri cortegiani saressimo una poca cosa a dire che per questo inverno s’havesse da partire S. Altz., ma tutti li popoli del paese, tutti se ne appellano della sua partita, e non vogliono a modo alcuno, et dicano, se la se parte, che non sarà gran cosa, che torna peggio il paese di quel che è stato, si come bano voglia di fare e peggio farebbe li boni che li tristi del passato, bora saperiano da qual scoglio guardarse che u prima non sapevano: basta, che ogni bomo prega Dio, che la non si parta, perchè cognoscono benissimo che se S. Altz. parte dal paese, che essi restaranno schiavi, ma mentre vedine S. Altz. vivano in speranza di perdono e di libertà.”