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316 | giovanni mulazzani |
nuta in Italia nel 1310 assieme agli ambrosini grandissimi notati da principio, e cenno se ne trova nella grida del 1315 in Argelati. Accoppiare si possono a questi quelli altri di Lodovico il Bavaro successo ad Enrico VII nel 1327 molto simili nell’impronto, peso, bontà, valore a tutti comune d. 1,15 titolo 0,968, soldo. Fra gli imperiali molto buoni del 300 vi sarebbe eziandio da annoverare, credo io, una rarissima moneta, di egual tipo, e di calibro istesso, coniata col nome di Lodovico da Azone Visconti, di cui porta le due prime lettere a z ai lati di S, Ambrogio.
LIRA — Altrove dissi cos’è la lira, e parlando poc’anzi del grosso ho rimarcato il modo e la ragione per cui la lira pervenne nel 1474 ad essere moneta reale e sonante da immaginaria e di conto, ch’era nella sua origine. Da quell’epoca in poi la lira è stata generalmente continuata, salvo che si trovi diminuita di peso e bontà per l’incessante decadimento della moneta. Il darne lo specchio sarebbe qui troppo lungo e fuori del proposito nostro, d’altronde riscontreremo tutte queste varietà analizzate ai loro posti rispettivi. E per chi poi amasse di prenderne un’idea in barlume non ha che a ricordarsi del rapporto in valore intrinseco d'argento fra la lira di Carlo Magno, e quella di Maria Teresa di mille anni dopo come di 117 ad 1, per figurarsi le fasi intermedie.
Una parola a parte esigono le decimali lire italiane e le austriache per dire di quella, che invece di esser più leggiera dell’ultima di Maria Teresa risultò più grave perchè basata su di un ammirabile sistema indipendente dalla volontà degli uomini, dedotto dalle immutabili leggi fisiche, che reggono questo nostro pianeta; peso danari metrici ossiano