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302 | giovanni mulazzani |
del sistema di Carlo Magno. Io qui lo registro come sarà di altre due bolognesi monete successive, per più d’una ragione, perchè moneta patria, se non in origine, essa divenne nel 1350, in cui il nostro Arcivescovo Giovanni Visconti ne fu salutato Signore, e perocché effettivamente ve ne hanno delle coniate col suo nome, dimostrandolo un unico esemplare nella città nostra giacente all’Ambrosiana.
BOLOGNINO GROSSO D’ARGENTO ~ Alla voce grosso spiegheremo a momenti compitamente la sua etimologia e daremo inoltre la storia in succinto di questa famigerata moneta del medio evo. Frattanto di questo grosso dirò che comparve nel 1236, che il suo peso constava di gr. 28 bolognesi corrispondenti a 27 circa dei nostri di marco e la bontà di soldi 10 = titolo 0,832. Di questi elementi si conforma il bolognino argenteo del nostro Visconti, che abbiamo assaggiato.
BOLOGNINO D’ORO — Ad esempio di tante libere città d’Italia i bolognesi insigniti della facoltà di batter moneta, dal VI Enrico sul cader del XII secolo, vollero usarne in sommo grado, coniandone di superlativo metallo che chiamarono bolognino d’oro, locchè eseguirono per altro tardi, stando al Sigonio, solamente cioè nel 1380. Un bolognino d’oro tratto dal Museo Verri, che nei due campi contiene l’insegna Viscontea senza indicazione di principe, riscontrasi nel Litta da lui assegnato all’arcivescovo Giovanni Visconti che fu signore di Bologna nel 1354, senza darne ragione alcuna, ed in opposizione alle testimonianze del preclaro scrittore citato; ma sia questo nummo di Giovanni, e di qualche altro dei Visconti che dominarono più tardi Bologna, com’io mi persuado anche per l’eleganza che lo distingue non propria di quel tempo, a me pare un vero e effettivo