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268 | cronaca |
per accorgersi come i caratteri delle due monete false, per quanto abbastanza bene imitati, non hanno né il rilievo, né il tipo di quelle genuine.
Oltre le due falsificazioni accennate, la cui patria è Roma, altre più recenti ci giungono dalla Toscana. Sono queste alcuni denari romani d’argento. Noteremo fra questi un Pacaziano, un Bonoso, una Tranquillina, una Cornelia Supera, una Annia Faustina, un Gordiano II, ed altre. Non avendole ora sott’occhio, non possiamo darne la descrizione esatta, ciò che faremo in un prossimo fascicolo, se sarà del caso. Anche di queste imitazioni conosciamo perfettamente la provenienza e potremo fors’anche indurci a rivelarla, se vedremo che lo spacciatore di questa roba continuerà a gabbare gli ingenui e ad infestare il commercio coi prodotti della sua officina. Non provvedendo il Codice Penale a questo genere di reati, bisognerà bene che se ne incarichi qualchedun altro!
E. G.
Il furto di Parigi. — L’autore dell’ingente furto di monete perpetrato a danno dei sigg. Rollin e Feuardent, è stato scoperto nella persona di un giovane greco, certo Raftapulos, dottore in legge, che fu arrestato a Parigi e trovato in possesso di una gran quantità delle monete rubate, come leggiamo nel Bulletin de Numismatique.
Vendita Hirsch. — Nello scorso aprile ebbe Inogjo a Milano presso l’Impresa Giulio Sambon la vendita delle monete appartenenti al defunto Enrico Hirsch di Monaco. Trattandosi, non della vendita di una vera collezione, ma, diremo piuttosto, del fondo di un negoziante, non si può dare una soverchia importanza a tale vendita, che offriva un po’ di tutto, ossia monete greche e romane, monete italiane medievali, monete ossidionali ed estere, tessere e medaglie; e non crediamo quindi necessario estenderci a dare l’elenco dei prezzi di vendita. Quello che ci piace invece notare si ò ohe i prezzi, specialmente per le monete romane e greche, furono abbastanza ben sostenuti e che Milano in quei giorni fu il ritrovo di buona parte dei Numismatici e raccoglitori italiani, i quali ebbero così campo di vedersi, di conoscersi,