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10 | francesco ed ercole gnecchi |
quindi essere stati coniati nella zecca stessa di Genova, o almeno può darsi che i suoi conii fossero apprestati da un bravo artista di quella zecca.
MAONA ― DOGI ANONIMI.
(Sec. XV).
10. Grosso o gigliato (gr. 3,545).
D: — Croce * • DVX • * IANVENSIVM • *
Il doge seduto di fronte a capo scoperto e colla spada nella destra.
R: – Croce : CONRAD • R • ROMANOR • C • C •
Castello colle tre torri, sormontato dall’aquila coronata; dietro questa una Croce.
Arg. (Tav. I, N. 9).
11. Grosso c. s. (gr. 3,550).
D: — Come il precedente.
Il doge seduto di fronte col berretto e la spada nella destra.
R: - Croce : CONRAD • R • ROMANOR • C • CHII •
Castello c. s.
Arg. (Tav. I, N. 10).
Questi due grossi pure sono singolari e affatto sconosciuti, sia per la leggenda dvx ianvensivm che non vedemmo mai usata, eccetto che pei gigliati e i tornesi, sia per l’immagine intera del Doge, che non figura in alcuno dei grossi fin qui conosciuti.
Il Promis nella sua opera citata sulla zecca di Scio afferma esistere nell’Archivio di Stato di Torino (Volume Diversorum, anno 1458) un Decreto del Doge di Genova in data 2 dicembre 1458, in cui si proibisce la spendita di un grosso di Scio di nuovo stampo, allora venuto fuori col solito stemma dell’isola o meglio della Maona da una parte e dall’altra colla figura di un uomo che tiene una croce in mano. Può darsi che, ritenendo una croce quello che in queste monete è uno scettro o una spada, il decreto ducale accennato si riferisca appunto a questo