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bibliografia 253

sovente un’abbondante bibliografia riguardante le opere che egli segnala all’attenzione del collezionista. Cosi, per citare un esempio, si ferma assai su la bibliografia riferentesi alla laminetta di bronzo, il Martirio di S. Sebastiano, della collezione del sig. Edoardo André di Parigi, che l’A. dà, senz’altro, a Donatello.

Qui peraltro mi permetto di osservare (quantunque io mi trovi d’accordo col Molinier su l’attribuzione della placchetta di cui parlo) che non sarebbe stato male che l’A. avesse ivi accennato che la laminetta della collezione Andrè non è ritenuta da tutti opera di Donatello; — tanto più che questa notizia non comprometteva minimamente l’opinione dell’A. che è quella di molti e contribuiva a provare la completa imparzialità del Molinier quale ordinatore del Catalogo.

Vo avanti per avvertire un’inesattezza che credo sia stata già corretta nella Errata-Corrige unita al secondo volume ch’io ancora non ho visto. Il Molinier anzi ne fu da me già avvertito. Comunque sia mi permetto di segnalare ancora questa inesattezza per quei lettori che ancora non avessero il secondo volume del Catalogo.

A pag. 100 dove si parla del Caradosso (cui — sia detto pur di passaggio - cosa mancò per esser pari al Cellini?) l’A. accenna a un S. Sebastiano “un S. Sébastien en bronzo u (H 0,50) qui se trouve à Milan et dont la photographie m’a été”, è l’A. che scrive, “obligeamment communiquée par M. E. Mantz”. E qui il Molinier fa la descrizione abbastanza efficace di questo S. Sebastiano. Il quale sa ormai il mio A. che non, è affatto di bronzo ma di marmo, che l’originale trovasi nel Museo Archeologico di Milano nella saletta a sinistra entrando, e che l’unica riproduzione pubblicata trovasi nel mio libro l’Ornamento policromo1.

Uno dei punti più ingegnosi del libro del Molinier mi è parso quello riguardante la interpretazione del nome

  1. L’Ornamento policromo nelle Arti e nelle Industrie artistiche. Tavola XXXII. U. Hoepli, editore. Milano, 1886.