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238 a. ancona - il ripostiglio di s. zeno in verona città

gli effetti preziosi del palazzo imperiale, persino le vesti di Faustina. E con una parte di tanto oro e argento ricavato è probabile siensi coniati i numerosi denari del 170 che avranno seguito l’esercito nelle casse militari e dei quali accenneremo soltanto i rovesci più comuni:

vict . avg . cos . iii
vict . avg . cos . iii . s . c.
cos . iii . La Fortuna in piedi a sinistra.
cos . iii . La Salute in piedi a destra.
cos . iii . Diana in piedi a destra,
cos . iii . Pallade in piedi a destra.
salvti . avg . cos . iii .
felicitas . avg . cos . iii .

Ebbene di tutti questi neppure uno ne troviamo nel ripostiglio di S. Zeno, come non ne troviamo di quelli coniati nel 173-74 colla Vittoria Germanica, né alcun altro dei coniati successivamente sino al 180 epoca della morte di Marco Aurelio e della fine della guerra Marcomannica. Incliniamo quindi a credere che il nostro tesoretto sia stato sotterrato nel 168 o nel 170, per il panico forse cagionato dal passaggio di tante milizie e più probabilmente nel 170 in cui sarà precorsa la voce dello strano esercito raccolto da Marco Aurelio.

Ad ogni modo sta il fatto che Verona, già dichiarata piazza d’armi sino dai tempi di Vespasiano, era spesso minacciata dai barbari presso le Alpi, ed è quindi possibile che, durante la lunga guerra Marcomannica, il timore appunto d’una invasione abbia determinato il sotterramento del ripostiglio di S. Zeno, che in tal caso sarebbe avvenuto fra il 168 e il 180.