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IL RIPOSTIGLIO DI S. ZENO
IN VERONA CITTÀ
Un’importante scoperta numismatica è stata fatta in Verona nel principio dello scorso anno nel vicolo Chiodo quasi allo sbocco delle rogaste di S. Zeno ove trovasi l’antico palazzo dei Conti Chiodo ora proprietà dei signori Peranzoni.
Nella seconda settimana del febbraio 1887 mentre alcuni muratori eseguivano certi lavori nel cortile di detto palazzo per fare un forno ad una caldaja, il piccone s’imbattè alla profondità di circa un metro in un corpo solido che si ruppe facendo contemporaneamente sentire nella fossa il rumore come di monete che si spandono. Era un’anfora ansata romana in terra cotta dello spessore variante dai millimetri 60 ai 100 tutta ripiena di denari d’argento in gran parte a fior di conio dei vari imperatori che si seguirono da Nerone a Lucio Vero. Come ebbesi a riscontrare in tanti altri ripostigli consimili che vennero alla luce in questi ultimi anni si verificò anche in questo che i danari dei primi imperatori sono i più consunti e ciò si comprende facilmente per la ragione che furono in corso un maggior tratto tempo. E difatti quelli di Nerone e giù gradatamente fino Adriano sono tutti di conservazione terza e seconda. Quelli di Elio Cesare e Sabina di conservazione prima, mentre con Antonino Pio comincia invece il fior di conio e troviamo finalmente i denari ruspi fra quelli di Marco Aurelio e Lucio Vero che probabilmente saranno stati appena coniati all’epoca del sotterramento di questo piccolo tesoro. Frammezzo a questi denari d’argento se ne trovarono anche due d’oro di perfetta conservazione e bel-