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di una monetina trivulziana con s. carpoforo 213

E ciò tanto più che il santo effigiato sulla monetina non poteva presumibilmente servire di criterio per tale attribuzione, sia pei validi motivi esposti dai fratelli Gnecchi ragionando dei santi che compaiono nella numismatica trivulziana1, sia per la circostanza che a S. Carpoforo non sapevamo dedicata nessuna chiesa né a Mesocco né a Musso né in altra parte dei domini trivulziani2.

Quando fortuna volle che c’imbattessimo in un distinto giovane milanese, il Rag. Emilio Tagliabue,

    “rezza le singole monete di Gian Giacomo Trivulzio all’una piuttosto che all’altra Zecca, non potendo noi basarci che sopra congettare. È assai probabile che tatto le monete, le qaali non portano che il suo semplice nome, o colla sola aggiunta di comes, siano coniate a Mesocco, quando egli non aveva altro titolo che quello di Conte di Mesocco” (Gnecchi, op. cit., Prefazione, pag. XXIII).

  1. Motivi che giustificavano la loro conclusione: “che i Santi rappresentati sulle monete dei Trivulzio non sono, come in gran numero delle monete italiane dell’epoca, indizii della Zecca ove furono coniate, ma sono piuttosto Santi da essi scelti come protettori o difensori, o per ricordare onorificenze ricevute dai Sovrani.” (Gnecchi, op. cit.. Prefazione, pag. XXXIV).
  2. Nei dintorni, o almeno a non soverchia distanza, troviamo due chiese dedicate a S. Carpoforo, l’una a Delebio in Valtellina, e l’altra a Bissone nel Canton Ticino.
    Ma ben più importante è la notizia comunicataci dall’amico nostro Ingegnere Emilio Motta, che a Gorduno presso Bellinzona la nuova chiesa parrocchiale è dei SS. Rocco e Sebastiano, ma l’antica era dei SS. Carpoforo e Maurizio ( “O milites Christi, sancti Carpophore et Mauriti, intercedite pro nobis et benefactoribus nostris apud Deum, 1596.” — leggesi su una delle campane della chiesa).
    E Gorduno, quantunque situato sulla sponda destra del Ticino, fronteggia lo sbocco della Val Mesolcina, ed a Gorduno sorgeva un castello dei Signori di Sacco o Sax, già dominatori di quella valle. Il Ballarini, Compendio delle Croniche della Città di Como (1619), così ne parla, pagina 806: “Il castello detto de Sacchi nella Villa di Gorduno della Pieve di Bellinzona fu edificato per opera del Conte Alberto Sacco Signore della Valle Mesolcina, quando prese Bellinzona l’anno 1402. Ma fu distrutto al tempo delle parti, essendo sopra le lui vestiggia fabricata la Chiesa di S. Carpofforo.”
    Nel recentissimo N. 22 del Foglio Officiale del Canton Ticino, leggesi a pag. 712 l’avviso 28 maggio anno corr. 1888, del Consiglio parrocchiale di Gorduno per l’asta pubblica per i lavori di ristauro, alzamento e costruzione della volta della chiesa di S Carpoforo.