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i medaglisti del rinascimento alla corte di mantova 187

„bene aconzie, che credemo il proprio sculptore non haverle di prima forma si ben formate et sculpite. In questo si cognosce la perfectione di l’arte vostra. Tenerimole più chare che non facevamo, essendoni da vai tanto laudate. Vi ringraciamo assai et quando le vorimo reponere in loco firmo, vi chiameremo: vegliatine avisare quando havereti tempo di venire ad conciare il Cupidine. Benevalete. — Sachette, die xiix Maii 1506“ 1.

Qualche tempo dopo Isabella d’Este voleva acquistare da Andrea Mantegna un busto di Faustina che era stimato la cosa più preziosa che il grande pittore possedesse nella sua collezione di oggetti antichi. Il Mantegna, che si trovava alle strette, ne voleva cento ducati, ma la marchesa diceva che il prezzo le pareva ingordo2 e non voleva dargliene che venticinque. Tuttavia temendo che la preziosa scultura le sfuggisse, essa deliberò di consultare l’Antico, del cui giudizio faceva gran conto, e gli scrìsse:

„Antiquo. — Havemo gran desiderio di comparare la Faustina de m. Andrea Mantegna, el quale ha adesso animo di venderla et perchà el ne dimanda cento ducati et noi non sapimo quello che gli potemo spendere. Però ni è parso driciarvi il lator presente a fine che liberamente ne vogliati far intendere l’animo vostro di quanto fin a un quadrante gli potemo spendere, che vi promettemo sopra la fede nostra che may ne farimo motto cum

  1. Arch. sudd. Copialettere della marchesa. — Non so che cosa sia questa statua di Cupidine che la marchesa voleva far ristaurare: il non avergliela mandata a Gazzuolo, come fece di tante altre, fa credere che essa la tenesse come cosa preziosa assai.
  2. Arch. sudd. Copial. sudd. — Lettera a Gian Giacomo Calandra, 15 luglio 1506.