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quindi esaurita la sua missione tornò verso la fine di maggio a Mantova.1

L’anno seguente l’Alari era ancora a Bozzolo, dove lavorava per il vescovo Lodovico Gonzaga alla fusione di statue di bronzo imitanti originali antichi: la sua presenza colà ci è rivelata da due lettere del vescovo suddetto dirette al vicario episcopale di Mantova, con cui gli ordinava di far imprigionare un don Alberto Vassalli suo cappellano, e soggiungeva:

„ Li domandareti se l’ha improntato, oscia chi altri l’habii facto, alcuna cosa de quelle de l’Antiquo qui, che lui ve intenderà bene, facendovi dir tutto quello ha facto et scià circa questo et cum qual mezo. Et de quanto cavareti da lui ce avisareti senza dimora, ita che per questo correrò habiamo zobia matina vostra risposta de tale executione «2.

Pare tuttavia che le risposte del Vassalli3 non fossero soddisfacenti, per cui il vescovo che ci teneva

  1. Lettera del protonotario Agnelli alla marchesa Isabella:
    „ Ill.ma et Ex.ma Domina Dña singul. Humili cum premissa. — Retornando lo Antiquo presente exhibitor, in satisfactione del debito mio m’è parso per questa mia visitar V.ra Ex.tia cum significarli se ad predicto Antiquo non ho facto tutto quello che seria suto mio desiderio. Almancho de quanto ho potuto non li sono mancato in exequtione de quanto era venuto per expedire de qua: si per respecto de V.ra Ex.tia come per le digne et copiose sue virtù. Come più diffusamente quella intenderà dal predicto. Ala quale sempre me raccomando. Rome xv maij 1497. — Ill.me D. V. servitor L. Agnellus protonot. „ — (Arch. Gonz.; Carteggio di Roma)»
  2. Archivio di stato in Parma; Carteggio Gonzaga. — Lettera al Vicario episcopale di Mantova, da Bozzolo, 27 ottobre 1498.
  3. Don Alberto Vassalli di Cremona fu frate carmelitano e, al pari di Ermes Flavio, amatore ed intelligente di cose d’arte.