Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
166 | umberto rossi |
nunciato alla sudditanza mantovana; tuttavia egli ritornò quasi subito presso Gian Francesco e continuò a lavorare per lui.
Del 1494 abbiamo una lettera dell’Antico al marchese Francesco, che per essere la prima in data, credo opportuno riportare:
“Illustrissimo signor mio. — Mando ala Celentia vostra un fero ritrato che io ho dal vostro de fatione non dicho de bontade, ma di fineza tanto duro ch’io credo chel farìa un grandisimo pasare, perchè io lo temperato molto duro e con bon modo. Io l’ò sgranito in ponta a ciò chel non ge bisogna altro per farlo atachare. Ma bono o tristo come el se sia, io ve lo apresento voluntiera et prego la signoria vostra si degni aceptar la bona voluntade et siate certo che s’io sapese a che modo poter far cosa che vi fuse a grato ch’io non me vedria mai stanche, perchè esendo vostro sudito vi tegno per mio signore e patrone.”
“Anticho 1.„
È il primo lavoro che ci consti egli abbia eseguito pel marchese di Mantova e non è opera da orefice o da scultore, ma piuttosto da fabbro-ferraio: di maggior interesse sono quelli che fece per Gian Francesco e che sono menzionati nell’inventario generale de’ suoi beni, cominciato il 29 agosto 1496 per cura della vedova Antonia del Balzo e di Lodovico Gonzaga, vescovo eletto di Mantova, tutori dei figli minorenni2. Ivi fra le molte argenterie e gli oggetti d’arte raccolti da quel munificente signore