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appunti di numismatica romana 143

a destra, e figurano come eccezioni quelle che l’hanno a sinistra; il che si spiega abbastanza naturalmente riflettendo, come qualsiasi artista trovi più agevole il disegnare o l’incidere un profilo a sinistra, ciò che può confermare chiunque abbia la minima pratica del disegno, e come perciò tale profilo riesca poi a destra colla coniatura.

Ai tempi nostri, in cui l’arte pur troppo non ha più nulla a che fare colla coniazione delle monete, questa è regolata da una legge così rigidamente per la parte intrinseca come per la parte rappresentativa.

Approvato il disegno di un conio, questo viene meccanicamente riprodotto a migliaja di copie sempre identico e la monetazione procede colla più desolante monotonia.

Ma, quando l’arte dominava sovrana e aveva appunto una delle sue più belle manifestazioni nel campo della numismatica, l’incisore non era un semplice ajuto della macchina; bensì il vero artista che, dato il soggetto, lo svolgeva come meglio il suo genio gli suggeriva. A lui era accordata ogni libertà di disegno, di rilievo, di disposizione, e la sua fantasia aveva agio a svilupparsi e a sbizzarrire, senza vincoli e senza restrizioni. È per ciò che nella meravigliosa varietà dei conii antichi possiamo osservare e seguire la tendenza artistica istintiva ora più elevata ora più depressa e sempre varia a seconda delle epoche. E per limitarci a un solo e piccolo particolare, quello che ci ha offerto occasione di fermarci ai due denari di Trajano, non è forse senza un certo interesse il dare uno sguardo complessivo alla disposizione delle teste nella monetazione dell’oro e dell’argento romano. Lascio da parte il bronzo, pel quale pare dominasse in tutte le epoche una ancor maggiore libertà.

L’epoca di Augusto è quella in cui troviamo più fre-