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appunti di numismatica romana 141

dole: imp • t • flavi... E non era facile tale interpretazione colla semplice scorta di un cattivo esemplare, perchè questa è la prima moneta su cui appaia tale leggenda. Il cognome di flavivs, assolutamente non si legge né per esteso né in abbrevazione in nessuna delle monete dei due Flavii, essendo costantemente chiamati: vespasianvs il padre e titvs oppure t • vespasianvs il figlio su tutte le monete romane. Fanno solo eccezione alcuni aurei di fabbrica barbara o straniera, in cui sovente al figlio è dato il medesimo nome del padre sopprimendovi quello di Tito, che lo caratterizza in tutte le altre sue monete di fabbrica romana, ossia è chiamato semplicemente vespasianvs senza il prenome di titvs. Ne abbiamo parecchi esempi appunto in questi aurei barbari portanti i due nomi, ove il figlio è contraddistinto dal padre o pel consolato o per l’appellativo di caesar, invece che pel prenome titvs.

È solo nell’esemplare ora descritto che leggiamo il t. precedente il cognome flavivs, il quale cognome, come osservai, appare in quest’aureo per la prima ed unica volta.

Quanto alla fabbrica dell’aureo in discorso essa non è certamente Romana, ma barbara. Nel Catalogo Jarry trovo accennato dubitativamente che l’aureo colà descritto potesse essere battuto ad Efeso. Non conosco quell’aureo, ma dal disegno pubblicatone posteriormente nel Catalogo Belfort non mi pare presenti il tipo di quella zecca; mi pare più barbaro. — E tale è anche il mio, che attribuirei piuttosto a fabbrica spagnuola. Difatti fu trovato insieme ad un aureo di Galba, le cui monete si trovano di preferenza nella Spagna, dove furono in buona parte coniate. Non dico ciò come una prova, ma come una coincidenza che può corroborare l’ipotesi.