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140 | francesco gnecchi |
pubblicati nella seconda Edizione del Cohen, ma esso pure colla leggenda incompleta dalla parte della testa di Tito. È questo medesimo esemplare che ricomparve nella collezione Belfort venduta a Parigi nello scorso febbraio. Del resto, fatta quest’unica eccezione, mancavano di simile aureo tutte le più importanti collezioni private come quelle d’Ennery, Schellersheim, Thomas-Thomas, Dupré, d’Amécourt, Quelen, ecc. ecc.
L’esemplare della mia collezione sopra descritto, trovato verso la fine del 1887 nelle vicinanze di Roma, è di perfetta conservazione. La leggenda completa e perfettamente leggibile dalle due parti offre un interesse speciale sia per la sua novità sia perchè serve a spiegarne altra di un simile aureo già appartenente al medagliere del Duca di Blacas e attualmente al Museo Britannico, descritto da Cohen al suo N. 4.
Dal lato della testa di Vespasiano i due aurei non offrono che una variante, sufficiente però a determinare che sono il prodotto di due conii differenti. La leggenda nell’esemplare del Museo Britannico è: imp. caes. vespasianvs av., mentre nel mio si legge: imp. caesar vespasianvs avg., con un g finale di forma barbara.
Dal lato della testa di Tito, Cohen lesse nel citato esemplare al Museo Britannico: imp • t • fi • av • i.... leggenda certamente male interpretata nella prima metà, a causa della cattiva conservazione della moneta, che ne rese assolutamente indecifrabile il seguito. Ma quelle lettere, a cui davvero non si saprebbe quale significato attribuire, se si leggono staccate, come le dà il Cohen, colla guida del mio esemplare, in cui è detto chiaramente: imp • t • flavivs acquistano il loro vero e giusto significato, leggen-