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134 | francesco gnecchi |
l’Empire Romain, non conosceva che un solo aureo di Claudio restituito da Trajano col rovescio della Concordia il cui archetipo non è ancora conosciuto.
Nella seconda Edizione ne pubblicò un altro col rovescio della Speranza, rovescio non conosciuto che in bronzo fra le monete di Claudio. Ora il terzo, da me pubblicato, si trova nelle medesime condizioni, non conoscendosi alcuna moneta di Claudio né in oro né in argento con tale rovescio. Solo vedo citato da Cohen col rovescio di Vesta un bronzo barbaro, che certo non può aver dato luogo alla Restituzione in discorso.
Dato che, come si ritiene generalmente e come finora parve tutto conducesse a credere, Trajano abbia restituito le antiche monete de’ suoi predecessori non certo inventandole, ma riproducendo i tipi delle monete realmente esistenti, è spiegabilissimo come di alcune monete rimanga tuttora sconosciuto l’originale da cui furono riprodotte. Non tutta la serie monetaria romana ci è nota e, come si disse più sopra, qualche nuova moneta di quando in quando appare. — Ma è però molto curioso il caso che ci avviene colle Restituzioni di Claudio, e degno di qualche osservazione, la quale forse potrebbe modificare le idee che generalmente si hanno sulle Restituzioni imperiali di Trajano. Noi conosciamo ora tre Restituzioni di aurei di Claudio, e di tutte e tre ci rimangono sconosciuti gli archetipi, mentre nessuna Restituzione ci è pervenuta dei molti altri aurei conosciuti di quell’imperatore.
Né è a dirsi che Trajano abbia avuto una speciale predilezione a restituire i tipi rari; può dirsi piuttosto il contrario, dacché vediamo che restituì di preferenza i tipi più comuni, esempio quelli di Vespasiano e di Tito.