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116 | cronaca |
nografia compilata specialmente sui documenti che si conservano negli archivi di Liegi. Vi si fa la storia delle varie zecche del principato, tenendo conto anche degl’incisori, fra i quali vediamo ricomparire il nome di Giovanni Warin, che secondo la maggior parte de’ biografi sarebbe appunto nativo di Liegi.
Cumont (G.) — Jetons d’étrennes des gouverneurs généraux de la Bélgique Albert de Saxe-Teschen et Marie-Christine. — Questi gettoni, finissimo lavoro di Van Berckel, furono coniati e distribuiti per circa dodici anni di séguito in occasione del capo d’anno, ai principali personaggi del Belgio. Recano sul diritto i busti affrontati, e sempre differenti in qualche particolare, di Alberto e Maria-Cristina, e sul rovescio una breve leggenda in cui si commemora qualche avvenimento notevole dell’anno allora decorso.
Ciascun gettone viene minutamente descritto dal signor Cumont, che alla descrizione del pezzo fa seguire volta per volta la illustrazione dell’avvenimento ricordato sul rovescio.
Una interessante appendice raccoglie i vari progetti di leggende, che venivano presentati dai migliori latinisti del Belgio. Ordinariamente, la scelta della leggenda definitiva era affidata all’Accademia di Brusselles.
Vanden Broeck (E.) — Numismatique bruxelloise. Étude sur les jetons de la famille de Mol. — Questi sei gettoni di magistrati brussellesi del XIV e XV secolo, appartenenti alla famiglia de Mol, i cui membri furono ben diciotto volte chiamati alle funzioni di primo borgomastro, sono probabilmente unici, ed oltre all’importanza storica si distinguono per l’eleganza del lavoro.
Chabbieb (L.) — Numismatique africaine. Monnaie d’or de Ptolémée, roi de Maurétanie. — De la Blanchère e Mommsen ritengono che il diritto di battere moneta d’oro sia stato concesso soltanto da Caligola al re Tolomeo. La moneta d’oro pubblicata ora dal sig. Charrier, portando la indicazione dell’anno decimo del regno di Tolomeo, proverebbe invece che tale diritto gli venne conferito da Tiberio.
Il disegno che accompagna l’articolo non è ben riuscito.
Vallier (G.) — Médailles et jetons dauphinois. — Sotto questo titolo generale, l’autore fa conoscere stavolta una curiosa medaglia di Luigi Mandrin, famigerato capo di con-