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86 | cronaca |
maggiore è ora il debito nostro di commemorare la sua proficua attività.
Nato l’anno 1815 nella città di Trieste, Carlo Kunz già nella sua prima età si sentì fortemente inclinato allo studio delle belle arti, nel quale con affettuosa cura veniva assecondandolo la madre, donna d’animo gentile e di mente elevata. Ma la morte precoce di questa gli creò una serie infinita di disillusioni e lotte, essendo il suo amore per lo studio vivamente contrariato dal padre e da’ fratelli, i quali avrebbero voluto ch’egli apprendesse il commercio o l’industria. Tuttavia gli riuscì di passare a Milano, ove intendeva di dedicarsi all’architettura; ma avendo dovuto dopo alcuni anni, per le difficoltà sempre maggiori che gli venivano opposte da’ suoi, fare ritorno in patria, egli con rara perseveranza e fermezza di carattere, anzichè cedere alle loro pressioni, preferì di emigrare e trasferitosi a Vienna, affidò la vita alla sua abilità nel disegno lavorando quale litografo.
Le angustie della povertà che lo travagliarono in quegli anni, non gl’impedirono di continuare da sè solo la propria educazione e di coltivare gli studî suoi prediletti, consacrando la notte alle lingue, alla letteratura, alla storia ed all’arte. Fu in questo tempo ch’egli acquistò quel fino discernimento del bello, quel giusto sentimento dell’arte che perfezionati poscia dall’esperienza e dalle osservazioni, gli furono sempre di efficace guida nei suoi giudizî e nei suoi lavori. Dall’archeologia e dall’esame dei monumenti delle varie epoche dell’arte egli seppe trarre ricco corredo di pratiche cognizioni, ancorchè per deficienza di mezzi, non di criterio, non avesse potuto comprendere nella sua totalità l’immenso sviluppo recato a questi studî dalle indagini di tanti scienziati del secolo presente. Intorno l’anno 1844 il Kunz ritornò nella sua città natale per esercitarvi l’arte litografica, nella quale egli s’era perfezionato, senza pertanto interrompere l’opera della propria erudizione; ma avido di sapere ei cercò di avvantaggiare mediante il convegno e l’amicizia con quegli illustri che in Trieste avevano dato efficace alimento all’amore delle lettere e delle scienze.