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66 rivista di cavalleria

difficoltà, piccoli passaggi e piccoli galoppi, e questo lavoro ben regolato, e proporzionato alla poca razione che hanno i nostri cavalli, non solo non nuoce, ma anzi giova alla conservazione del buon cavallo militare.

In ogni cosa, e nell’equitazione militare specialmente sono necessarie la lunga preparazione e l’abitudine. Ciò che è sommamente dannoso pel materiale e pericoloso e non proficuo pei cavalieri, è il richiedere repentinamente un lavoro in campagna da cavalli abituati al maneggio od alle piazze d’armi, e montati ed istruiti senza nessun criterio e principio relativamente al lavoro del cavallo all’aperto.




Norme intorno al metodo per l’istruzione preliminare dei cavalli e dei cavalieri alla campagna.

Abbiamo visto come per abituare i cavalli alla campagna senza rovinarli e renderli di cattivo umore, si debba approfittare sempre degli istinti naturali dell’animale, assecondarne i movimenti e le andature, e produrgli il minor fastidio possibile sulla bocca, sulle reni e sul costato. Devesi abolire tutto ciò che è piego, posizioni ed equilibrii forzati, tutto ciò che è azione di gambe, all’infuori di quanto è necessario per spingere innanzi il cavallo.

Di tutto questo il soldato non deve mai sentir parlare, in primo luogo perchè non è in grado di poterlo intendere nè di poterlo far bene, ed in secondo luogo perchè non si faccia un falso criterio del lavoro che è destinato a compiere il cavallo e del come lo deve compiere.

Con ciò si otterrà un duplice scopo: si diminuirà di molto o del tutto il numero dei cavalli viziosi che vi sono negli squadroni, e, semplificando l’istruzione, si avranno più presto gli uomini in grado di entrare nelle righe.