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per l’equitazione di campagna 63

Chi è capace di cedere e sempre saprà tirare a tempo debito e nella giusta misura.

Or bene, a me sembra che il nostro regolamento non affermi con sufficiente chiarezza le idee ed i principii che ho testè accennati; esso, volendo conservare troppi precetti di una equitazione raffinata e ormai antiquata non ne dà abbastanza per quella che chiamerei moderna perchè più consentanea alle attuali esigenze Ne consegue così un inevitabile miscuglio di vecchio e di nuovo con prevalenza del primo sul secondo e con danno della interpretazione e della applicazione delle prescrizioni regolamentari, danno che si riflette sui risultati dell’istruzione e sopratutto sulle condizioni dei cavalli.

Se al cavallo si richiede un lavoro naturale (quello di campagna) e non un lavoro artificiale (quello di maneggio) esso potrà assai meglio servirsi dei suoi impulsi, dei suoi istinti e dei suoi equilibri naturali. L’esercizio stesso ed il lavoro così eseguito faranno modificare tali equilibri, se ne sarà il caso, e la cosa verrà da sè naturalmente senza che intervenga l’azione del cavaliere, che in generale non potrebbe esser fatta con giusto criterio e senza indispettire l’animale contrariandolo.

Se si pensasse a queste cose non si giungerebbe certo ad adottare il piego, la riunione, le andature laterali, ecc., nè si prescriverebbe il morso come imboccatura normale per tutti i cavalli e per tutte le circostanze, imponendone talvolta l’uso esclusivo (a due redini) anche se proprio allora il cavallo avesse bisogno per andar bene d’esser preso con leggerezza e di non essere infastidito in bocca.

Io ben convengo che in questi ultimi tempi si è verificata nell’arma nostra una forte corrente intesa a nuovo indirizzo: ma però i mezzi impiegati ad ottenerlo rimangono insufficienti o contradditorii.

Io mi meraviglio che, inteso questo scopo, ed ammesso che l’equitazione di campagna sia il fine ultimo della cavalleria, si seguiti a voler istruire il soldato con una equitazione che ha un princìpio diametralmente opposto a quello cui deve informarsi la scuola di campagna stessa — e si consideri que-