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62 rivista di cavalleria

pur sottomettendosi, non impieghi le sue forze nel modo naturale, compiendo così uno sforzo superfluo e dannoso.

Quando studieremo il salto, avremo la prova più evidente di questa verità. Il cavallo che durante il salto subisce uno strappone, o meglio, non riceve la ceduta per aria, prova un dolore alla bocca ed alle reni. Per evitarlo, o si rifiuta, o impara a saltare senza estensione di collo, facendo il così detto salto su quattro piedi o salto a campanile; oltre a ciò va all’ostacolo disorientato e con nessuna volontà, e pone ogni sua attenzione a cogliere il momento di piantarsi o di scartare; altra volta invece si butta sulla mano e si scaraventa disperato contro l’ostacolo.

Se il cavaliere dà per sistema l’aiuto sotto il salto, il cavallo, per paura di quest’azione, impara a precipitare.

Un altro esempio lo abbiamo nel cavallo che, abituato ad essere tirato nella salita, vi si getta contro furioso, cercando di vincere la mano che gli sta per dare un dolore. Sovente il cavallo che si mette a volate e che scappa, lo fa per reagire alla mano. — Infatti cessano le volate quando cessa la tensione delle redini — ed un cavallo abituato a scappare in morso, bene spesso montato in filetto, con mano leggera e non infastidito dalle gambe, non scappa.

I fatti che dimostrano la verità inconfutabile di quanto io asserisco, sono forse più numerosi di quello che si crede; dunque prima regola di una buona equitazione è quella di ridurre, semplificare e qualche volta anche se è possibile eliminare l’azione del cavaliere. — Quando si adoprano le mani per far girare e trattenere il cavallo, e le gambe per farlo avanzare e infondergli risolutezza e decisione, basta! — Se al momento opportuno, il cavaliere fa una di questa azioni e rimane poi passivo e non disturba il cavallo mentre lavora, otterrà splendidi risultati e farà bene; farà male in caso contrario.

Ricordiamoci che a cavallo fare e tirare è assai facile e troppo spesso nocivo — assai difficile, e quasi sempre utile, saper lasciar fare il cavallo e saper cedere in qualunque circostanza; e questo essenzialmente si deve apprendere e si deve insegnare.