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470 | rivista di cavalleria |
centro di gravità dell’insieme, così è per il cavaliere il quale, girando, obbedisce alla stessa legge che governa l’equilibrio.
Ho creduto di confutare questi due punti, non perchè nelle idee da me espresse non esistano omissioni o lacune, ma perchè il primo mi par fondato sopra un’erronea interpretazione di quanto ho scritto e il secondo muove da un principio completamente opposto a quello che informa le mie idee.
Del resto tali appunti si riferiscono a semplici particolari e non mi pare che tocchino, com’egli scrive, il concetto sostanziale, il quale è «di sempre assecondare e favorire gl’istinti e le attitudini del cavallo, evitando di produrgli durante il lavoro inutili sofferenze». Concetto semplice e pratico che, mi auguro di veder presto sancito dal regolamento.
Con questo io credo di avere abusato abbastanza dell’ospitalità della Rivista e della cortesia dei lettori, e mentre all’una ed agli altri mando le mie scuse e i miei ringraziamenti, prometto di non ritornare più sopra un argomento che rischierebbe di diventare noioso.
Tenente Caprilli.