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414 | rivista di cavalleria |
posizione in sella, secondo il mio debole modo di vedere, sbagliata e contraria alla vera e forte equitazione.
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L’altro punto nel quale discordo intieramente dal Caprilli si è quello dove egli vorrebbe che il cavaliere usasse solo delle redini destre per girare a destra e delle sinistre per girare a sinistra, cedendo di altrettanto le corrispettive opposte.
Senza entrare nel merito s’egli abbia ottenuto buoni risultati con questo metodo, io però non posso dividerlo nè tampoco approvarlo, poichè lo ritengo deleterio per le spalle del cavallo. E benchè tale sistema sia contemplato dal nostro regolamento per quanto riguarda le giovani rimonte sul principio dell’istruzione, è però opportuno farne uso soltanto di quel tanto indispensabile per insegnare al cavallo il modo di girare; abbandonandolo non appena il cavallo abbia capito le chiamate.
Pur ammettendo di guidare il cavallo a due redini per mano, ritengo ch’esso giri molto meglio e più gradatamente se girando a destra sente le redini sinistre appoggiate alla incollatura e se il cavaliere ha l’avvertenza d’invitare il cavallo a girare gravitando col peso del corpo da quella parte, che limitandosi a tirare le sole redini corrispondenti alla parte verso cui gira.
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Questi, a mio avviso, erano i due punti dello scritto del Caprilli, i quali ne guastavano sostanzialmente la bontà del contenuto. Emendato in questi due capisaldi dell’equitazione, cioè assetto profondo ed elastico prima ed equitazione di campagna dopo; girare tirando le redini dalla parte in cui si vuol girare, ma appoggiando le opposte contro l’incollatura e gravitando col proprio peso da quella parte, parmi che lo scritto risulterebbe più completo e le idee in esso manifestate dovrebbero chiamare l’attenzione dei nostri superiori e colleghi.
Circa poi all’equilibrio naturale nel cavallo si può asserire senza tema di riceverne smentita che il maggior numero di