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considerazioni sull'equitazione | 411 |
e spigliato nei movimenti. Come è dunque possibile sottoporre l’intera classe delle reclute agli esercizi dell’equitazione di campagna se prima non l’abbiamo messa in grado di trarre tutti i grandi benefici che essa equitazione di campagna apporta al giovane cavaliere?
Io non escludo che in una classe di 50 reclute ve ne siano 10, le quali, data la loro grande disposizione per gli esercizi a cavallo e un fisico eccellente unito ad una buona dose di coraggio, possano anche dopo soli 15 giorni di maneggio intraprendere l’equitazione di campagna e trarne grandissimi vantaggi.
Ma non posso essere così assoluto nell’affermare che bastino soli 15 giorni, nè mi regge il cuore di sottoporre degli inesperti e debolissimi cavalieri, come possono essere le nostre reclute dopo sì breve tempo d’istruzione a cavallo, agli esercizi della campagna, la quale presuppone un discreto assetto in sella, ed una certa quale saldezza nel cavaliere; saldezza che non possono avere certamente le nostre reclute dopo un sì breve periodo d’equitazione in maneggio.
Non sono mai stato molto tenero per l’istruzione di maneggio, benchè anch’io abbia fatto il Corso magistrale, anzi ho sempre combattuto con tutte le mie deboli forze la dannosa deleteria credenza di vedere nell’istruzione di maneggio il coronamento finale della equitazione militare. Sono invece convinto del contrario, tanto che subito dopo il corso magistrale, dove ebbi a stupire pel modo con cui si trattavano i cavalli, scrissi Le due scuole: la Vecchia e la Nuova dalla quale trascrivo il seguente brano:
«I fautori della vecchia scuola anch’essi tendono allo scopo finale: la guerra; ma dove siamo discordi si è sui mezzi da adoperare per raggiungere lo scopo.
Essi credono e s’illudono miseramente che il maneggio sia il solo mezzo a disposizione della cavalleria per adempiere alla sua missione, e fanno falsa via; ed io dimostrerò più avanti come i maneggi siano la rovina di tutte le cavallerie, poichè tolgono ogni spirito all’arma e le sue prerogative che sono la velocità e l’arditezza nelle mosse....»